[SALVATORE EMBLEMA
(1929-2006)]

1929 |  Il 25 Aprile Salvatore Emblema nasce a Terzigno da una famiglia di piccoli possidenti terrieri di origine francese.

1941-1948 | Lascia la famiglia e la Scuola del Corallo di Torre del Greco. Frequenta l’Accademia di Belle Arti a Napoli dove non termina gli studi. Inizia una serie di viaggi in Europa (Francia, Inghilterra, Olanda) fino a stabilirsi a Roma agli inizi degli anni ’50.

1954-56 | Prima personale di Emblema alla Galleria San Marco di Roma. La mostra è curata a quattro mani dagli scrittori Ugo Moretti e Carlo Levi. I due intellettuali confezionano l’immagine dell’artista-contadino, animato da genuina passione e lirismo bucolico. Uno stereotipo che gli darà un buon successo nell’ambiente culturale romano pervaso dall’estetica neorealista, ma che l’artista sente come limitativo. Emblema lavora saltuariamente come aiuto scenografo a Cinecittà. Si sposa nella Chiesa degli Artisti a Roma con Raffaela Auricchio: i suoi testimoni sono Ugo Moretti e il filosofo americano James Mcallen.

 

1957-1958 | Su invito del magnate David Rockfeller, che acquista una sua opera, Emblema si trasferisce negli Stati Uniti. Qui ha modo di conoscere Mark Rothko, il quale influenza in maniera profonda la sua ricerca. Per Emblema il primo soggiorno americano è occasione d’incontri decisivi per la sua pittura. Tuttavia l’artista sentirà New York come un territorio alieno. La difficile integrazione è accresciuta dalle barriere linguistiche e sociali.

1958-1964 | Tornato in Italia riprende a lavorare a Cinecittà. Vive tra Roma e Terzigno, nel frattempo espone in varie sedi in Italia.

1965 | Torna per la seconda volta negli Stati Uniti. A New York conosce lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan. Il viaggio è un tardivo tentativo di riallacciare i rapporti con l’ambiente artistico newyorkese, interrotti troppo frettolosamente anni prima. Dopo alcuni mesi, però, ritornerà definitivamente in Italia.

Guardate i miei quadri e vi piace la forma, la pennellata, il colore. Ci vedete un fiore, un corpo, un paesaggio. Ma vi dimenticate di cercare la luce che sta dove io non ho dipinto. Questo capita perché abbiamo una cultura con cui dobbiamo fare i conti. Bisogna trovare una lingua nuova, una nuova cultura

Salvatore Emblema (15)

1969 | Emblema allaccia con Argan un rapporto di sincera stima. Conscio della lezione appresa in America e del dibattito intellettuale cui lo indirizza Argan, progressivamente mette a fuoco quelli che saranno gli elementi portanti della sua ricerca. Inizia la sua analisi attorno al concetto di Trasparenza: il termine, che si legherà indissolubilmente alla sua pittura, è coniato dallo stesso Giulio Carlo Argan.

1971-1979 | E’ un periodo di successo. Ampie personali curate dalla direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Palma Bucarelli: Rotterdam, Torino, Roma, Milano, Napoli, Ferrara. A Napoli gli studenti dell’Accademia di Belle Arti contestano duramente la mostra a Villa Pignatelli. L’ambiente accademico accusa Emblema di essere un prodotto della pesante ingerenza di Argan e della politica di partito nell’ambiente artistico nazionale.

1980-1982 | E’ selezionato nel 1980 per la collettiva presso l’Arsenale in occasione della Biennale di Venezia. L’anno successivo un suo autoritratto è acquisito dal Museo degli Uffizi di Firenze. Nel 1982  è ancora alla Biennale di Venezia, all’interno del Padiglione Italia curato da Luciano Caramel.

Qui non si tratta di Pittura. Qui si tratta di Emozione.

Salvatore Emblema (3)

1985 | Emblema espone a Palazzo Reale a Napoli. Viene nuovamente contestato dall’Accademia di Belle Arti. L’artista Piero Dorazio sul Corriere dei Libri e dell’Arte (29 maggio 1985) accusa Emblema di essere “un artista famoso solo in famiglia”. Da allora e fino alla sua morte, non farà più una mostra personale nella sua città. In questo stesso anno riceve nella sua villa di Terzigno Philippe de Montebello, direttore del MetropolitanMuseum di New York.

1990-2003 | In questi anni si sfalda definitivamente l’ambiente culturale di cui Emblema era -più o meno coscientemente- un esponente di rilievo. Muoiono due dei suoi maggiori sostenitori: Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli. La galleria romana cui era legato è coinvolta in alcuni scandali. Il nome di Emblema si fa meno presente nelle cronache artistiche italiane. Espone all’estero, soprattutto in Germania, e si ritira definitivamente nella sua Villa alle pendici del Vesuvio. Le sue opere vengono inserite nella “Storia dell’arte Italiana” il libro di testo per le scuole curato di Giulio Carlo Argan e Lara Vinca Masini.

2003-2005 | Emblema è un artista in declino. Diverse motivazioni lo portano a firmare un contratto di esclusiva con Telemarket, canale televisivo specializzato in vendite d’arte. Scelta sotto molti aspetti controversa, che lo riporta al successo e, pur tra numerose critiche, gli permette di uscire da un periodo di relativo isolamento. In questi anni espone e tiene alcune lezioni a Rio De Janeiro e San Paolo del Brasile, in Giappone e a Città del Messico. 2006 Ammalatosi in Messico alla fine dell’anno precedente, Emblema muore a Terzigno il 2 Febbraio.